UN PÒ
DI NOI

POTREBBE FAR PIACERE CONOSCERCI MEGLIO?

IL LOGOTIPO

Il logo di ULTRAANALOGIC nasce nel 2016 con l’esigenza di identificare un corso dedicato al foro stenopeico o “pinhole”: le due A laterali sono in realtà un “cono di luce ideale” dall’oggetto verso il supporto fotografico che, attraverso un foro della striscia centrale (un foro stenopeico appunto), permette la riproduzione di un’immagine nella maniera più semplice ed analogica possibile.

LA STORIA

Gli albori

ULTRAANALOGIC nasce in grembo alla passione ed alla consuetudine dell’uso quotidiano della pellicola da parte del suo Fondatore, Massimiliano Monnecchi. Nato e cresciuto come fotografo nel momento di transizione tra l’analogico ed il digitale, ha la fortuna di imparare “il mestiere” con fotografi dell’era d’oro della pellicola e degli strumenti per eccellenza dediti ed usati con e per la superficie argentea. Ma il mondo della fotografia e della cinematografia inizia a cambiare notevolmente, stravolto dalla comodità ed economicità dello scatto in digitale, ed anche le maestranze, i laboratori in particolare iniziano a sparire. Coloro che rimangono sono sempre meno attenti alla qualità di sviluppo e per necessità, lavorando attivamente e commercialmente con macchine di medio e soprattutto grande formato, decide di mettersi “tutto in casa”, allestendo una camera obscura di sviluppo, per le sempre più rare diapositive con cui abitualmente scattava, e di acquisizione fino al formato 4×5″..

Il Risorgimento

Pur passando gli anni la pellicola non lascia mai le borse del fondatore, anzi, diventa compagna assoluta degli “scatti importanti”, quelli che rimarranno nel tempo, indifferenti al passare della vorace tecnologia e della sua rapida obsolescenza o completa sparizione in caso di imprevisti.
Ma non sono sufficienti queste motivazioni ad avvallare il pensiero fisico della pellicola, senza un’ufficializzazione da parte delle Istituzioni. E questo avviene a metà del decennio 2010, quando due avvenimenti importanti determinano e fissano la sopravvivenza e soprattutto la necessità di mantenere viva l’Immagine fissata su pellicola: quella del Ministero della Istruzione e Cultura della Germania che “obbliga” le più grandi Istituzioni Culturali tedeschi a riversare molte opere “fermate in digitale” su supporto analogico e le notevoli cifre donate da Fondazioni private ed investite da gruppi finanziari per l’acquisizione ed il mantenimento di archivi fotografici e cinematografici in tutto il Mondo.
Nel frattempo la pellicola ritorna anche tra le mani ed il cuore delle nuove generazioni di fotografi e cineasti e l’alchimia diventa interessante..

Verso una Nuova Era Analogica

I tempi erano oramai maturi, anche per un Paese come l’Italia, dove, se già le Nuovi Arti come il Cinema e la Fotografia (in particolar modo) erano spesso considerate “secondarie” alle Arti Tradizionali, l’avvento del digitale aveva quasi del tutto cancellato l’uso della pellicola e decretato il declino delle maestranze che vi si dedicavano.
Cosa che invece non si avvertiva sui set fotografici e cinematografici (e video) di respiro internazionali, dove l’uso di strumenti analogici e di maestranze specifiche era ancora consistente e vivo.
E così che inizia a prendere forma, nel 2016 circa, l’idea di modellare un’Azienda di Servizi dedicata ai prodi utilizzatori e sostenitori dell’analogico e dei nastri magnetici, offrendo loro quanto erano abituati a trovare nei loro Paesi di origine e/o di adozione professionale.
Agli effetti in Italia mancava solo chi potesse far capire che non mancava niente..c’era da unire diversi pezzi di un puzzle degni della rete produttiva all’italiana, e cercare di concentrare vari e complementari requisiti professionali in un unico “centro”. Solo 4 anni dopo, precisamente il 1° marzo 2020, in piena crisi pandemica, nasce ufficialmente ULTRAANALOGIC, e si guadagna subito un posto di rilievo tra fotografi di fama internazionale, essendo uno dei pochi laboratori di sviluppo e scansione aperti e disponibili a quanti, in quei nefasti momenti, lavoravano per documentare quel pezzo di Storia (un pò anche grazie a noi, ndr).

L’Oggi…

In questi pochi anni trascorsi dalla fondazione la nostra rete, il nostro network virtuoso, i servizi che sono andati a coprire sempre più campi specifici, la volontà di diffondere e condividere le conoscenze e competenze in ambito analogico, hanno permesso alla ULTRAANALOGIC di diventare sempre di più un punto di riferimento per aziende, testate giornalistiche, agenzie di produzione e pubblicitarie, studios, colleghi, professionisti e giovani fotografi / cineasti che trovano in noi un partner professionale attento e affidabile nel trattamento del materiale sensibile, per le richieste “estreme” di attrezzature a noleggio, per i professionisti dediti allo sviluppo ed acquisizione anche sul set, per la fornitura di oggetti (props) di scena prettamente cine/fotografici, per l’assistenza e la consulenza specializzata nelle riprese in pellicola, per l’acquisizione ed il riversamento di quasi tutti i formati esistiti ed esistenti in ambito audiovisivo, per la ricostruzione e fornitura di parti meccaniche ed elettroniche e per diversi altri validi motivi.
Ma la nostra non è solo una questione di mero ricavo economico. La volontà di mantenere vivo questo “antiquato mondo” è alimentato dal suo stesso guadagno, ne diventa bensì la spinta ri-generante con cui vanno raggiunte delle prospettive future…

…ed il Domani…

Anche se può sembrare anacronistico e paradossale parlare di un futuro della pellicola noi crediamo e pensiamo che non potrà mai finire veramente in quanto è un mezzo “fisico e materico” di rappresentazione, inconfutabilmente tangibile. E’ anche vero che critichiamo fortemente, anche contro il nostro interesse, l’abuso che talvolta viene fatto della pellicola stessa, a volte usata solo per “moda corrente” o per imitare presunti riferimenti stilistici di alcuni professionisti, in quanto tale approccio produce l’effetto contrario: quello di ridurla a mera possibilità solo per chi se lo può permettere economicamente (visti i costi nettamente più elevati del processo chimico piuttosto che di quello digitale) ma senza risultati certamente migliori. Ed anche se questo atteggiamento dovesse perdurare (ma non lo pensiamo affatto) già da ora continuiamo a preservare, continuiamo a coltivare ed alimentare quelle capacità e conoscenze di mestieri che spesso sono molto più vecchi dell’avvento della Fotografia, arricchendole e magari migliorandole con nuove e più moderne tecnologie, come la stampa 3D ed i microcontroller, sia per le parti meccaniche che per quelle elettroniche e/o elettrotecniche affinchè il Tempo non renda questo mondo inesorabilmente irrecuperabile.
Perché niente si distrugge, niente si crea ma tutto si può trasformare (e perchè no: migliorare).